San Pantaleone



San Pantaleone - Medico e Martire, Patrono di Medesano

La nuova chiesa parrocchiale dedicata alla B.V. Immacolata è stata ultimata il 2 settembre 1928 e consacrata dal Vescovo Beato Guido Maria Conforti. Il Patrono è San Pantaleone, martire, la cui festa ricorre il 27 luglio. Qui troverete alcune note sulla vita di San Pantaleone allo scopo di rivalutarne la devozione e poter contribuire a formare nella comunità una coscienza e un'identità religiosa che pone le sue radici in antiche tradizioni cristiane.
Nel 1934, viene citata per la prima volta nello "Estimo" della Diocesi di Parma la chiesa di S.Pantaleone di Medesano, sotto l'episcopato di Ugolino Rossi. Nel 1564 venne costruita la chiesa di S.Pantaleone presso il rio Campanara, a ridosso della via Romea che portava verso la strada di monte Bardone. In quella occasione la chiesa divenne parrocchiale ed ebbe vita fino alla costruzione della chiesa attuale consacrata nel 1928.


Vita di San Pantaleone

Vecchia chiesa S.Pantaleone (Pantaleo) nacque circa l'anno 283 a Nicomedia, città dell'Asia Minore, poco distante da Costantinopoli. Suo padre fu Eustorgio, senatore romano e sua madre fu Eulalia, cristiana, di nobilissima famiglia. Morta la madre, il padre avviò il figlio allo studio della medicina, dove eccelse per scienza, tanto da meritare la protezione dell'imperatore Massimiano, succeduto a Diocleziano. Conobbe a Nicomedia un vecchio e santo sacerdote di nome Ermolao, che lo istrui nella dottrina cristiana, e che spesso gli ripeteva: "Credi nelle mie parole, o Pantaleo, i farmaci di Ipppocrate e Galeno giovano pochissimo alla salvezza dei malati. Il vero medico dei corpi e delle anime è Cristo, il solo vero Dio, nel cui nome soltanto potrai guarire ogni male. E favola ormai da bimbi, sono gli dei nei quali il popolo crede, e ai quali sacrifica. Credi in Cristo, Pantaleo, e diverrai grande".

Le parole sante lasciarono profonda traccia nel cuore di Pantaleo, combattuto fra l'adesione alla nuova religione di Cristo e la carriera alla corte dell'Imperatore. Un giorno s'imbatté nel cadavere di un bimbo, morso da una vipera. Pantaleo, d'animo sensibilissimo, s'inginocchiò davanti al corpo esamine del bimbo provando a rianimarlo. Inutile. La vita era esalata da quel corpicino e a nulla avrebbe potuto la scienza umana. Un lampo di fede illuminò l'animo del medico che si prostrò con la fronte a terra e pregò il Signore perché operasse Lui il miracolo. Il morticino si rianima, apre gli occhi, parla, si alza, cammina. Gesù ha vinto ancora la morte. Il velo del dubbio che oscurava la mente di Pantaleo si squarcia all'evidenza del miracolo e la luce viva della fede illumina la sua anima. Commosso ringrazia Gesù di averlo così strordinariamente esaudito e si dichiara cristiano, pronto a sacrificare la vita per la nuova fede. Fu battezzato lui e in seguito il padre Eustorgio e tutta la famiglia.


La fama di Pantaleo come medico si era propagata per tutta la Nicomedia e crebbe in modo straordinario allorché ridiede la vista a un cieco ricorso a lui dopo aver provato le cure di tutti i medici della regione.
Alla morte del padre rimase padrone assoluto dei beni paterni che distribuì trai poveri e i suoi schiavi liberati. Accorreva sempre al capezzale degli infermi e in giro per le carceri: in ogni infelice vedeva l'immagine di Cristo martoriato. Portato per gelosia dai colleghi medici davanti all'Imperatore e ingiustamente denunciato, fu decapitato il 27 luglio del 306.
Prima di morire chiede perdono a tutti e perdona i suoi carnefici. Il culto verso il santo medico martire si diffuse in tutto l'Oriente e poi in Italia, in Francia e in Spagna.
Molte sono le chiese dedicate al medico martire, tra le le più note la chiesa di Ravello presso Amalfi( che conserva secondo la tradizione un'ampolla del suo sangue), chiese a Venezia, a Crema, a Brescia, a Brindisi, a S.Pantaleo in Sardegna. A Roma e rinomata la basilica di Pantaleo, lungo Corso Vittorio Emanuele, dedicata al santo medico martire già nel 1180